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Valutazioni e selezione autori Team
SIETE STATI TUTTI MOLTO BRAVI E NON E’
STATO FACILE PER ME VALUTARE CHI AMMETTERE E CHI ELIMINARE. MI SONO
FATTA PROMOTRICE DELL’INNALZAMENTO DA 8 A 10 PROPRIO PER DARE A MOLTI DI
VOI LA POSSIBILITA’ DI ARRIVARE ALLA GARA 1, PERCHE’ AVETE TUTTI
TALENTO E MERITATE QUEST’OPPORTUNITA’… DETTO QUESTO PERO’ QUALCHE
ELIMINAZIONE E’ STATA NECESSARIA E PER DECIDERE HO UTILIZZATO DEI
CRITERI ANALOGHI PER TUTTI, PER UN GIUDIZIO ONESTO E UNIVOCO… QUINDI ORA
SONO ORGOGLIOSA E FIERA DI ANNUNCIARE I 10 SCRITTORI IL TEAM UNDER 30 UOMINI, CHE PARTECIPERANNO ALLA GARA 1 DEL CONTEST MaglaxWriters! OTTIMI I RACCONTI IN GARA E BEI TALENTI NELLA MIA SQUADRA!
COMPLIMENTI RAGAZZI!
Andrea Di Lauro
Michael Crisantemi
Simone Piani
Daniele Imbornone
Francesco Piscitelli
Andrea Khaldi (Rumigal)
Valerio Zavaglia
Luca Giovagnola
…IN BOCCA AL LUPO PER LA GARA 1!
perché ho scelto questi autori ed escluso altri? leggi le mie valutazioni qui
Fausto Pirrello “La metamorfosi” 25/30
Stile e grammatica 9/10
Argomento 8/10
Emotività 8/10
Uno stile originale, assolutamente
personale, un po’ criptico e incline all’interpretazione, unito a una
profonda capacità di riflessione psicologica e a implicazioni
filosofiche. Questo racconto breve è la sintesi di una buona capacità
narrativa e di astrazione, di approfondimento delle dinamiche
psicologiche e del “male di vivere”. L’autore in questo suo racconto
rende un’ottima prova, sicuramente più elevata in termini di impatto
emotivo e di stile rispetto agli altri concorrenti. Il lettore trova tra
le righe la propria libertà di interpretazione, assolutamente
personale, in quella che per l’autore è il racconto di una rinascita.
“Smettila di illuminare quello che non
ho, smettila di dare inizio ad un nuovo giorno che non vivrò. Smettila
di far crescere alberi che mi fanno respirare, che la mia vita è priva
di momenti che il respiro me lo tolgono.”
“L’unica persona con cui avrebbe
convissuto per sempre era lei stessa. Questo riduceva sensibilmente il
peso delle azioni degli altri.”
Andrea Di Lauro “Io sono…” 24/30
Stile e grammatica 7/10
Argomento 9/10
Emotività 8/10
In questo racconto si analizza il divario
tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere, tra il conosciuto e la
parte più nascosta di noi stessi. Elena si trova ad affrontare la prova
più difficile della sua esistenza, di agente infiltrato, rispetto a una
vita che è diventata sempre meno la sua da quando ha iniziato ad
interpretarne un’altra. Un’altra Elena, per tutti Irina, che nonostante
la finzione diventa sempre più vera, tridimensionale, reale.
“Morivo, o finalmente nascevo? Chi
sono io? Il fatto è che fino a quando continuiamo a dire io sono, non
conosceremo mai chi siamo.”
La capacità narrativa e l’approfondimento
psicologico suppliscono ad alcuni errori grammaticali, il racconto ben
articolato fornisce una buona prova di scrittura.
Michael Crisantemi “La guerra di Elena” 24/30
Stile e grammatica 8/10
Argomento 8/10
Emotività 8/10
Il titolo, scontato, inganna il lettore,
che si ritrova in una storia fatta di abbandono e tradimento, nella
quale la moderna Elena vuole trovare riscatto, decidendo di
riconquistare il suo amore perduto. Ma il finale, assolutamente
inaspettato, sorprenderà un po’ tutti… L’autore ha una buona capacità
lessicale ed espositiva. Approfondisce il lato psicologico del senso di
abbandono e di tradimento. Riesce a far crescere la rabbia della donna
nei confronti dell’amato fedifrago e porta ad un finale a sorpresa. Le
capacità narrative ci sono tutte e ben utilizzate. Un racconto ben
scritto e ben realizzato.
“Elena respirò a fondo l’aria di
quella mattina che ancora non lasciava svelare il suo mistero: era più
frizzante del solito, più sottile, più intrigante. Il vento le parlava
all’orecchio, il fiume dabbasso le suggeriva propositi che ancora non
riusciva a decifrare. Eppure sentiva che avrebbe dovuto fare qualcosa,
qualcosa per salvare la sua storia. E lo avrebbe fatto appunto quella
mattina.”
Matteo Iacobucci “Ti strapperò l’amore” 22/30
Stile e grammatica 6/10
Argomento 8/10
Emotività 8/10
L’autore affronta un tema delicato, come
quello della sottrazione di un figlio alla propria madre da parte di un
uomo rabbioso e vendicativo, legato all’implosione di una storia d’amore
a causa di un tradimento, tradimento che proprio Elena – la
protagonista, in un momento di debolezza, ha commesso e durante il quale
è stata scoperta. Giancarlo, l’uomo tradito soffre e si carica di odio
e, in questo caso (e forse troppo spesso anche nella vita reale), non
riuscendo a superarlo decide di attuare la sua vendetta. Una vendetta
tesa a rovinare la vita a chi, per prima, l’ha rovinata a lui,
sottraendole la figlia e poi dandole un appuntamento in cui le sorti di
entrambi cambieranno per sempre. Il racconto prende una svolta
inaspettata nelle ultime righe finali. Giancarlo rivolge l’odio verso se
stesso: ormai ha vita frantumata e poca voglia di vivere, ma attua la
sua personale contorta vendetta, lasciando ad Elena un rimorso
incancellabile.
“Il sangue raggiunse le scarpe di
Elena, che con un respiro affannoso sembrò fondersi col rosso del cielo.
Quell’incubo l’avrebbe rivisto negli occhi di sua figlia.”
Molte le implicazioni etiche, morali e
psicologiche che l’autore riesce a gestire con intelligenza e capacità
narrativa. Lo stile è fluido e privo di orpelli, peccato per alcuni
errori sintattici che però nulla tolgono al valore del racconto. Una
buona prova.
Daniele Imbornone “Le impurità del cuore” 22/30
Stile e grammatica 8/10***
Argomento 8/10
Emotività 8/10
L’autore si cala nella psicologia
femminile di Elena, una giovane donna dalla doppia vita: madre e moglie
di giorno, escort di lusso di notte. Una vita sdoppiata che ora, a
Elena, pesa sempre di più come un macigno: una palude di bugie nella
quale è sempre più invischiata. L’approfondimento emotivo è notevole: il
lettore scivola, riga dopo riga, nel senso di ineluttabilità in cui la
protagonista è precipitata. Gli inganni son diventati un muro
invalicabile, la verità nascosta è una ragnatela che la soffoca,
l’impossibilità di cambiare il presente è un peso troppo grande da
sopportare. Elena ne è sopraffatta e, troppo stanca, è incapace di
proseguire questa vita fatta di bugie e identità sdoppiate, dove in
entrambe non ritrova né un barlume di verità né l’ombra di se stessa.
“L’ampia porta-finestra era rimasta
per tutto il tempo socchiusa, in attesa che quell’interminabile dialogo
tra lei e la silente città cancellasse la sporcizia che si sentiva
addosso. Elena sperava che il sole nascente illuminasse un po’ di buio
che si portava dentro; ma invano.”
Il finale inaspettato, un’esplosione di
luce nella palude nera dei suoi devastanti sensi di colpa, le offrirà un
futuro diverso. L’autore offre prova di un racconto ben narrato, dove
si intravedono doti di scrittura e introspezione.
***Qualche punto in meno per aver superato le battute richieste, ma tolleranza per il numero minimo delle stesse, ai fini della conclusione del racconto.
Simone Piani “Elena” 22/3
Stile e grammatica 8/10***
Argomento 8/10
Emotività 8/10
Nelle prime fasi del racconto troviamo
una Elena intorpidita e confusa, in un angolo di mondo sconosciuto.
Nelle brevi descrizioni successive riusciamo ad ipotizzare che si stia
raccontando della famosa Elena dei classici della letteratura ellenica,
che tutti abbiamo potuto conoscere sui banchi di scuola. Ma appena
qualche riga più avanti rimaniamo spiazzati del prosieguo della storia…
Una narrazione intrigante e fluida, che sembra giocare nel concedere
stupore, per arrivare infine a dipanare una storia che tutto è tranne
ciò che ci si aspetta. Perché nulla è come sembra.
“La strada cominciava ad arretrare
sotto i loro piedi come se si riavvolgesse; anche i suoi ricordi,
sfuggendo al suo controllo, si arrotolavano. Le parve che l’aurora
scomparisse e tutto fosse tornato a quella lontana notte, il 17 maggio.”
Un argomento difficile, nelle sue implicazioni emotive e sociali, che l’autore ha ben utilizzato in questo racconto breve.
***Qualche punto in meno per aver superato le battute richieste, ma tolleranza per il numero minimo delle stesse, ai fini della conclusione del racconto.
Francesco Piscitelli “La campana” 22/30
Stile e grammatica 8/10***
Argomento 8/10
Emotività 8/10
Qual è il confine che separa la propria
mente – certezza di pensieri ed emozioni consolidate – dall’abisso
dell’altrove dei pensieri oscuri e dei cattivi presagi? Perché alcuni di
noi vanno oltre, in quella terra sconosciuta fatta di paure e buio, di
istinti e d’orrore? Quali sono gli effetti che l’assenza di questa
barriera provoca negli esseri umani? Il destino di Elena è rimasto
incastrato nel ricordo di quel gioco che le cambiò tragicamente la vita.
’Piede sulla fessura, aria di
sepoltura”, la frase che in modo ossessivo continuava a sentire nella
mente. Ripensò a quegli avvenimenti continuando a restare ferma nella
identica posizione, con il piede sulla fuga della mattonella. Le strade
cominciavano a popolarsi, le persone osservavano quella ragazza immobile
sul marciapiede con un misto di curiosità e divertimento.”
Buon ritmo e suspance per un racconto
fuori dagli schemi, ben articolato nei suoi flashback, originale
nell’argomento e ben scritto.
***Qualche punto in meno per aver superato le battute richieste, ma tolleranza per il numero minimo delle stesse, ai fini della conclusione del racconto.
Andrea Khaldi (Rumigal) “Solo 8 minuti” 22/30
Stile e grammatica 8/10
Argomento 6/10
Emotività 8/10
Non si può non immedesimarsi con questa
Elena un po’ pasticciona e ritardataria, perché lo stile fluido e
limpido dell’autore porta proprio a riconoscersi negli stessi dubbi,
errori e indecisioni che vive la protagonista. La capacità dello
scrittore sta proprio in questo: riuscire a suscitare istintiva simpatia
e compartecipazione alle vicende della giovane Elena. Qualche
approfondimento in più e una revisione più accurata del testo avrebbero
sicuramente arricchito di valore questa breve storia, che comunque
risulta essere ben scritta, di stampo romantico e da un lieto fine a
sorpresa, che non guasta mai!
“Elena rimase ferma in mezzo alla
stazione, a guardare lo schermo con su gli orari dei treni. Le tornò in
mente una frase de ‘Il ciclone’: i treni sono fatti apposta per gli
addii.”
Valerio Zavaglia “Rinascita” 21/30
Stile e grammatica 8/10
Argomento 8/10
Emotività 5/10
Il genere horror qui è ben utilizzato,
in un crescendo di ritmo e suspance, per rendere uno spaccato su un
mondo oscuro e crudele. All’inizio pensiamo di star leggendo un classico
racconto su una notte d’amore tra due solitudini che s’incontrano, ma
appena la sfortunata Elena si risveglia, subiamo l’accelerazione del
ritmo narrativo e una precipitosa caduta verso un orrore che si consuma
velocemente, trasformando la protagonista in uno strumento di passaggio,
quasi un portale macabro e sanguinolento, per il ritorno del Signore
del male. Eppure i piccoli segnali di comprensione dell’inaspettato
finale c’erano fin dall’inizio “ricordava le labbra fredde che le percorrevano il collo”, segnali che l’autore si è divertito a lanciare all’ignaro lettore, quasi in un gioco in punta di penna.
Buona narrazione, stile fluido, suspance e ritmo ottimi, inaspettata
sorpresa finale. Ovviamente quello che manca è l’emotività, ma credo che
la sensazione di terrore e di paura possano compensarla ampiamente!
Luca Giovagnola “La coscienza” 19/30
Stile e grammatica 5/10
Argomento 6/10
Emotività 8/10
Un racconto con buoni presupposti, se non
fosse per lo stile narrativo troppo prolisso e privo di ritmo
narrativo. Periodi lunghi, che si perdono in ulteriori digressioni
rendono difficoltosa la lettura di una storia che, al contrario, è
interessante e ben analizzata negli aspetti psicologici/emotivi. C’è
buon potenziale, perché l’autore è un attento osservatore e conoscitore
dell’animo umano, tanto da tratteggiare la figura dell’amico di Elena e
della stessa giovane Elena con una sensibilità inaspettata. Ma c’è anche
molto lavoro da fare per “pulire” uno stile di scrittura forse ancora
troppo acerbo, che deve imparare a utilizzare la sintesi per diventare
più d’impatto.
“A lei bastava che l’ascoltassi e che
dopo un discorso che spesso non capiva le dicessi:“ Non sei cambiata”,
lei era contenta di ciò, si sentiva meglio, liberata, e gli compariva
sul volto un sorriso da infante felice, come se per lei quella frase
bastasse a tornare bambina; eppure integra non era mai stata mai, era
compromessa, ma come biasimarla…”
Valerio Vozza “Il cartellone sul palazzo” 18/30
Stile e grammatica 5/10
Argomento 8/10
Emotività 5/10
E’ stato molto complicato per me valutare
questo racconto e decidere per la sua eliminazione. Perché da una parte
c’è un’idea divertente e sicuramente originale (la ragazza del
cartellone pubblicitario e il suo innamorato), con un incipit ben
utilizzato anche per riallacciarsi alla parte finale. Tutte qualità che
denotano una capacità creativa dell’autore in gara, combinata con uno
stile frizzante e ironico. Dall’altra purtroppo troviamo invece
un’ortografia e una sintassi scadente: i tempi verbali passano dal
passato al presente con una rapidità e una incoerenza quasi sconcertante [“Non ricordo cosa pubblicizzava” – “lei stupita mi risponde… sorrise e si avvicinò”]. Espressioni verbali dialettali [“mi immaginavo come un frutto di mare dal cozzercaro”]
fanno capolino tra le righe. E se, a volte, queste possono suscitare un
sorriso di divertimento, in questo caso vanno a sommarsi agli errori
sintattici e alle digressioni e diventano un ulteriore punto a sfavore
nella narrazione. Troppi errori grammaticali, anche ingenui, mi portano a
credere che l’autore abbia fatto una stesura del testo troppo
frettolosa e una revisione poco accurata, prima di inviarlo al nostro
contest. Ciò è stato un errore, purtroppo, perché se questo racconto
fosse stato scritto con più accuratezza e più attenzione, avrebbe potuto
sicuramente essere tra quelli promossi. L’idea era buona, il risultato
purtroppo risulta essere al di sotto delle aspettative.
Tiziano Fares “La lama prezzolata” 17/30
Stile e grammatica 7/10
Argomento 5/10
Emotività 5/10
L’autore di questo racconto mostra buone
qualità narrative, una scrittura corretta e la capacità di rendere in
poche righe l’ambientazione e il personaggio. Un buon talento per la
scrittura che però viene penalizzato dalla scelta del testo: a mio
avviso un brano estrapolato da un racconto più ampio, preso e utilizzato
estraniandolo dal contesto originario e che risulta essere
narrativamente sospeso e non concluso.
Ci troviamo nelle prime righe e scopriamo
che Elena, ha appena ucciso Gregor, governatore della città di Urus.
Poi la ritroviamo, qualche ora dopo, in un vicolo in attesa di ritirare i
soldi per l’incarico concluso, premio che non ritirerà mai perché viene
stordita e chiusa in carcere da Token, il figlio del governatore, il
mandante dell’omicidio compiuto da Elena. Perché Token ha voluto far uccidere il padre? Questo lo si intuisce, ma non viene esplicitato nel racconto.
Elena però non si dà per vinta e riesce
con uno stratagemma ad uccidere la guardia e fuggire dalla prigione, non
senza aver prima scoperto che Token si è autoproclamato reggente e ha
dichiarato guerra al paese vicino, agli Axoniani. Anche
qui, il lettore intuisce della trama ordita dal figlio del governatore
appena ucciso, ma non viene mai esplicitata dall’autore, tale
informazione risulta quindi assente nella narrazione.
Nelle ultime cinque righe poi, Elena arriva da Kerr e lo uccide, ricevendo dal moribondo la sua pesante maledizione. Kerr,
e chi è, ora, costui? Se ne parla come se fosse una nostra vecchia
conoscenza, invece lo incontriamo solo in queste ultime frasi, ciò
lascia supporre che sia davvero un brano estrapolato da altro testo!
Cimentarsi in un racconto breve,
contrariamente a quanto si pensa, non è affatto cosa semplice: questo
genere di scrittura merita attenzione e impegno, perché bisogna riuscire
a condensare una storia fatta di emozioni, trama, approfondimento
psicologico e ambientazione in poche battute. Tiziano Fares è riuscito
in parte a questo compito, perché, da una parte dimostra doti di
scrittura buone (buon ritmo e buona sintassi), dall’altra non è stato in
grado di dare una vita autonoma al racconto in gara: il suo testo,
infatti, rimane “appeso”, come se fosse incompiuto anche dal punto di
vista della narrazione (perché Token aveva
voluto far uccidere suo padre? Cosa aveva in mente? Elena decide di “far
luce sull’intrigo ordito da Token” ma il lettore non ne saprà nulla,
perché non viene raccontato. Perché il vecchio Kerr, morente, dice che
il gesto di Elena condanna tutta la città? Cosa intende? Cosa avviene
dopo?).
…Insomma troppe domande in sospeso e un senso di incompiuto che, purtroppo, penalizzano l’intero lavoro. Peccato.
La coach team "Uomini under 30" Loriana Lucciarini
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